Alessandro Castellari su Girodivite.it
I figli di Aracne. Tessiture fra arte e natura
Probabilmente l’esergo del libro potrebbero essere le parole di Stefano Catucci (Sul filo, Quodlibet, 2024): “Mettere in luce le nostre connessioni proprio attraverso fili, lavorando nella pratica e costruendo con essi un pensiero dei rapporti primari fra le cose e le creature del mondo, umane e non umane”.
Il libro di Silvia Tomasi è mirabilmente compatto nella trama di questi “rapporti primari”, anche se il suo ordito è disposto in due modi differenti: nella prima metà è sotto il segno mitico della orgogliosa Aracne e della paziente Penelope, nella seconda metà si dispone a sostenere la trama di altri argomenti: il delizioso “Dove si posa la mosca”, l’inquietante “Sursum corda”, la raffinata haute couture pettiniera di “Se i nodi dell’arte vengono al pettine”, e così via.
Ma rimango sotto il segno mitico di Aracne e Penelope. Bisogna esser grati a Tomasi per averci proposto le Potter Series di Kentridge, arazzi in cui “si stampano ombre di diseredati e disperati che fuggono portando sulle spalle i pochi averi, larve umane di migranti in cerca di vita”. Come non immergersi nell’attualità del dramma di Gaza? Ma c’è anche l’ago e il filo di Maria Lai che “tesse” patti di amicizia. Qualche anno fa vidi a Roma la sua emozionante mostra di “Libri cuciti”. In Maria Lai, come scrive Tomasi, “fili, trame, intrecci, reti e nodi, ricami e uncinetti, tessuti e fibre, storie antiche dei tempi in cui Berta filava, diventano materia e soggetto d’arte”.
E poi la tessitura si lega all’arte della lingua letteraria (il testo, la trama, l’intreccio) e della musica. Elena Berriolo propone duetti fra macchina per cucire e violino, e con la sua Singer cuce una lunga linea fra il distretto finanziario di New York e il Bronx, fra due realtà così distanti e avverse nella fissazione isolazionista di Trump. Ma tutto il capitolo “Musica per Singer solista” è un continuo tessere ragnatele e stabilire connessioni fra punti distanti, è un andare e venire nella storia della cultura da Virgilio a Duchamp, dalla bioingegneria all’architettura visionaria.
Si chiude il libro e pare che rimanga nell’aria il canto di Penelope mentre tesse di giorno la preziosa tela che disfa di notte per sfuggire alle pretese dei Proci.
ALESSANDRO CASTELLARI
