Roberto Canavesi su TeatroTeatro.it

Il racconto di una vita vissuta nel e per il teatro

Il teatro, è risaputo, lo si fa, lo si scrive, lo si studia, ma anche lo si racconta e, soprattutto, lo si vive: lucida testimonianza in questa direzione è La mia festa dentro la testa, volume di Graziano Melano per FuoriAsse Edizioni, a cura di Brunella Lottero, per raccontare il viaggio lungo una vita nel mondo della scena tra chilometri percorsi, sorprendenti incontri, spettacoli che nascono, progetti e teatri che prendono vita.

Centocinquanta pagine in una sorta di Bignami della creatività e dell’organizzazione teatrale che “frulla” il lettore avanti e indietro per un tuffo nel tempo con partenza dalla Torino degli anni Settanta per raggiungere le grandi metropoli del pianeta, come gli angoli più nascosti del territorio nazionale e piemontese: comune denominatore di spostamenti e viaggi si rivela essere il verbo del teatro ragazzi, linguaggio artistico da sempre considerato di nicchia che nell’esperienza umana e professionale di Graziano Melano diventa missione di vita, ideale grimaldello con cui scardinare barriere culturali riaffermando una volta per tutte il potere della fantasia e della creatività.

Dai primi approcci con il teatro ai tempi del liceo, siamo agli albori degli anni Settanta, agli incontri destinati a cambiare la vita con il gruppo di amici e colleghi, da Luigina Dagostino a Giovanni Moretti e Claudio Montagna per citarne alcuni, insieme all’autore protagonisti di una lunga stagione di teatro in giro per il mondo tra mille difficoltà, ma anche straordinari successi: ed ancora l’impegno istituzionale in associazioni di settore, la fitta rete di relazioni ogni giorno intessuta e con cura coltivata per garantire visibilità al proprio lavoro, realizzando non senza fatica una rete internazionale che possa mettere in contatto gli artisti con teatri e festival deputati ad ospitarli.

E che dire, poi, della lunga epopea del Teatro dell’Angolo, iconica realtà torinese con sede nel periferico Teatro Araldo, luogo simbolo per il teatro cittadino che da sala parrocchiale di un quartiere operaio, diventa per tre decenni crocevia non solo nazionale, prima di passare il testimone a quella Casa del Teatro Ragazzi e Giovani indiscusso capolavoro del Melano regista dietro la scrivania, e non per una volta sulle assi del palcoscenico. Artista, educatore, organizzatore, in anni più recenti anche docente universitario, perdendoci tra le pagine ritroviamo il Graziano Melano per tanto tempo incrociato a teatro con la sua inconfondibile silhouette da pivot di basket, folta criniera e, soprattutto, quell’immancabile curiosità mista a sana incoscienza così necessarie per trasformare un sogno, per i più irrealizzabile, in travolgente missione di vita.

La mia festa dentro la testa è volume che addetti ai lavori e semplici appassionati dovrebbero leggere: e lo si dovrebbe fare non tanto perché l’esempio di Melano e soci sia da considerare raro e irripetibile, quanto per il suo valore “politico”, per essere testimonianza di un impegno costante e continuo nella conoscenza, diffusione e sopravvivenza di un’idea di teatro in generale, e del teatro ragazzi in particolare, che ha contributo a scrivere un significativo pezzo di storia del nostro Paese.
Il tutto senza mai dimenticare, per citare le ultime parole del volume oggi più che mai attuali, che “il teatro è un bene collettivo, è di tutti e fa bene a tutti. Bisogna continuare a praticarlo, a frequentarlo senza moderazione”.

ROBERTO CANAVESI